Sessualità

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Una parola e una dimensione della persona sulla quale pesano secoli di rimozione e circa un cinquantennio di cosiddetta «rivoluzione sessuale». Da una parte, un ottuso rigorismo, generato e fomentato dal connubio fra etica borghese e certa morale cattolica; dall’altro, il dilagare di un incosciente e assoluto permissivismo, che inflaziona la sessualità disperdendone e diluendone la ragione fondamentale: la relazione.
Ancora oggi, in particolare in Italia, intorno alla realtà che evoca la parola sessualità si registra una contrapposizione ideologica fra queste visioni, che si alimenta allorché si tratta di affrontare a livello legislativo questioni come l’identità di genere, i legami da riconoscere, l’omofobia ecc. Eppure, come opportunamente rilevato in occasione del dibattito sul ddl Zan, avremmo bisogno di un dialogo profondo e rispettoso. Quando capiremo che il «conflitto ideologico fa perdere tutti», come ha giustamente affermato G. Lorizio?
La dimensione sessuale della persona esprime la relazione con l’alterità incarnata a livello corporeo, in modo che sia dato corpo alla differenza, come direbbe il compianto Jean-Luc Nancy. A fare da battistrada – in vista di un fecondo dialogo culturale, filosofico e teologico, sul tema – vi è la lezione di papa Francesco nella Amoris laetitia. Senza abbassare la guardia sull’ideale di una sessualità vissuta autenticamente, invita a fare i conti con la realtà, evitando una serie di invincibili inibizioni e di sterili colpevolizzazioni. «La realtà è superiore all’idea» (Evangelii gaudium, 233); e nessuno è chiamato a uccidere il reale in nome di un ideale, che rischia di confondersi con l’utopico irrealizzabile. Nemmeno il Vangelo è un’utopia in questo senso.
Sul piano della cultura diffusa e per smascherare i luoghi comuni che accompagnano spesso la visione cristiana della sessualità, gli strumenti ci sono, come l’arguta e intelligente pièce teatrale di G. Scifoni, Santo piacere 2.0. Dio è contento quando godo (https://bit.ly/3zm6Gi4). La stessa teologia morale cattolica italiana sta offrendo preziosi contributi: A. Fumagalli, L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana; e il profondo recente saggio di B. Petrà, Una futura morale sessuale cattolica. In/fedeltà all’apostolo Paolo, dove si adotta proprio il «principio di realtà», come chiave ermeneutica del messaggio paolino e della tradizione cattolica sul tema. Alla sua base sta la convinzione, tutta evangelica, che «l’amore non è compatibile con un bisogno utilitaristico dell’altro/a; ma necessita assolutamente dell’altro/a perché l’amore che vibra nel profondo dell’essere incalza, brucia, esige» (A. Paoli).

Compromesso Sessualità

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