Sogno. Un «somnus» pieno di speranze

Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Sogno – Dal latino somnium, derivato da somnus (sonno), il sogno, in senso stretto, è un fenomeno psichico legato al sonno, caratterizzato dalla sospensione totale o parziale della coscienza e della volontà. Fisiologicamente il sogno è legato alla fase REM (Rapid Eyes Movement) ed è caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto sognante. Pur attingendo a fatti accaduti, il sogno maschera e deforma, si nutre di emozioni vissute o desiderate, di immagini e metafore, di simboli e pensieri. Senza confini, senza limiti di tempo, senza contorni definiti. E, proprio perché caratterizzati da tempi e spazi dilatati o fortemente contratti rispetto ai tempi e agli spazi del reale, i sogni possono essere insieme luogo del fascino o spazio della paura; sempre comunque orizzonte nel quale la storia personale del sognatore si snoda tra emozioni e delusioni, desideri nascosti e possibilità reali, riuscendo talvolta a rimettere in moto sentimenti congelati e relazioni interrotte.

Il fatto di ricordare, come sembra, solo i sogni in atto nel momento in cui ci svegliamo e non gli altri, è come se, aprendo gli occhi, riuscissimo a sorprenderli mentre essi preferirebbero restare lontani dai limiti imposti dai tempi e dagli spazi del reale. Ma, come scrive Alberto Moravia: «C’è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia».

I sogni vanno custoditi. Soprattutto se condivisi, essi possono trasformare il più innocuo sogna tore in motore di progetti straordinari e di azioni rivoluzionarie. Per il suo non coincidere del tutto con la realtà fattuale e per il carattere paradossale delle sue creazioni, il sogno permette al cuore e alla volontà di affacciarsi su orizzonti impensati ma non per questo impossibili. E questo ci impegna. Tanto da far dire a G. Scafoglio: «Ho solo due ricchezze, il bene di chi mi ama e i miei sogni. Ho poche regole, la più importante è: accarezzare i miei sogni come se fossero reali e tenerli per mano mentre attraverso le strade strette e piovose della mia vita. Sì, credimi, i sogni sono veri fino a quando non li abbandoni».

Il sogno – definito da Jung, naturale, non intenzionale, no n spiegabile, non legato ad alcuna volontà – è incoerente, riunisce senza esitazione le più grosse contraddizioni, ammette cose impossibili, trascura le nostre cognizioni, così importanti durante il giorno. Per questo ci fa apparire eticamente e moralmente ottusi, come ritiene Freud. Ciò non autorizza però a considerare il sogno una scappatoia. Nella nostra esistenza talvolta grigia, monotona, faticosa, i sogni sono una fonte di speranza e una riserva di energie, un modo per preparare altri orizzonti, altra vita, altro colore. «Se ci chiudono la porta dei sogni, siamo già morti» (R. Benigni).

Sogno. Un «somnus» pieno di speranze

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