Risonanza. Ideale se c’è tra due persone

Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Risonanza – Dal verbo latino re-sonare (risuonare, echeggiare), composto dalla particella iterativa re (di nuovo) ed il verbo sonare (sostantivo re-sonantia), la risonanza è ripetizione/amplificazione di un suono. In fisica, la risonanza è il fenomeno per cui l’ampiezza delle oscillazioni indotte in un sistema (meccanico, elettrico molecolare, atomico o nucleare) da una fonte esterna, tende ad assumere un valore molto elevato. In genere, la risonanza non è altro che il risultato che “si sente” o “si fa sentire” quando due forze, due entità, due masse in movimento agiscono in accordo, esaltandone a dismisura gli effetti. Può esservi risonanza anche tra persone che esprimono idee, decisioni e progetti condivisi. In questi casi, la risonanza amplifica la forza delle idee, delle azioni e dei progetti dando loro più efficacia. Ne è convinto una delle più grandi figure della sociologia del secolo scorso, N. Elias, quando scrive: «Questo è uno dei maggiori sostegni dell’esistenza umana: trovare risonanza emotiva in altri uomini ai quali si è affezionati e la cui presenza suscita un caldo sentimento di appartenenza. Questa reciproca conferma mediante i sentimenti, la risonanza emotiva tra due o più persone, ha un ruolo centrale nel conferire un significato e un senso di appagamento all’esistenza».

La risonanza crea alleanze e complicità. In positivo o in negativo. Tra persone innamorate c’è risonanza di cuore; in gruppi familiari o amicali si crea risonanza affettiva. Così, tra movimenti, partiti politici o associazioni può stabilirsi una risonanza civile; ma può anche svilupparsi una risonanza e un contagio negativi. Per questo «dobbiamo educarci a riconoscere le nostre risonanze interiori quando incontriamo gli altri, lavoriamo, sogniamo» (E. Borgna).

Le interazioni risonanti fra persone possono verificarsi a prescindere dalla distanza spaziale o temporale e anche in assenza di contatto fisico. E, proprio perché hanno come protagoniste le persone e le loro storie, le interazioni risonanti non si possono progettare a tavolino e non possono essere replicate in laboratorio. Ciò conferisce loro paradossalmente più forza ed efficacia. Per questo la consapevolezza delle proprie idee, azioni e progetti ha bisogno di un grande senso di responsabilità che contribuisce, attraverso la risonanza, a rendere dinamica una realtà statica, a trasformare in produttivo ciò che è sterile, ad amplificare ciò che è solo lievemente percettibile ai sensi e a rendere calda una relazione. Quando la risonanza è frutto di sintonia con Dio, permette – si legge nel Vangelo di Matteo (17,20) – di spostare le montagne; ma anche di affacciarsi su orizzonti di vita totalmente nuovi. Perché «nulla vale la durata di una vita, ma se mi alzo e divoro con un urlo il mio tempo di respiro, lo faccio solo pensando alla tua sorte, mia dolce chiara bella creatura, mia vita e morte, mia trionfale e aperta poesia che mi scagli al profondo perché ti dia le risonanze nuove» (A. Merini).

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