Ricordo. L’impronta di noi stessi

Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Ricordo – «Agisci in modo che ogni tuo atto sia degno di diventare un ricordo» (I. Kant).

Dal latino re (di nuovo) e cor (cuore), il ricordo è l’atto di richiamare fatti, episodi ed eventi vissuti nel passato. Il rimando al “cuore” presente nell’etimo della parola “ricordo” si deve al fatto che un tempo il cuore era considerato la sede della memoria e dell’anima. Entrambe “forma” dell’uomo. Come è difficile definire l’anima, così lo è per il ricordo. Come l’anima, il ricordo non si può toccare, non si può vedere e soprattutto non si può controllare. Il ricordo è talvolta un odore, altra volta una sensazione, un’atmosfera, una parola, uno sguardo, un sapore, una carezza, una lacrima, una voce, una nota musicale, un colore che improvvisamente riaffiora dal misterioso magazine della nostra mente (o del nostro cuore?), che si riempie con il trascorrere dei giorni. Per questo Kant suggerisce di riempire questo misterioso magazine di azioni belle, di relazioni ben vissute, di attimi ben goduti, in modo che il ricordo, improvviso e inaspettato, sia consolatorio e positivo per la nostra vita. … (testo completo)

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