Perché non avrebbe senso vivere per sempre

Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Morte – «È possibile conservare il senso della vita mentre mi trovo in presenza della certezza della morte? Che significa per me che colui/colei che amo muoia?». Domande che si aprono a due possibilità: quella che spinge a evitare il confronto con esse, nel timore di sentirsi paralizzato nel vivere; e la possibilità di riconoscere un senso alla vita proprio a partire dalla sua finitudine o, per qualcuno, a partire da ciò che ci aspetta “dopo” la morte. L’esperienza-limite della morte è tra i principali motivi che rischiano di paralizzare la voglia di vivere e la gioia di spendersi in maniera consapevole. Ma la morte o, meglio, la vita segnata irrimediabilmente dalla morte non possiede soltanto la forza brutale della lacerazione affettiva o quella dello spegnersi e dell’interrompersi delle possibilità umane.
Con la morte, orlo che la determina e la definisce, vita mutatur non tollitur, come prega la comunità credente nella liturgia dei defunti. …. (testo completo)

 

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