Pausa

“Uno spazio di pausa./Devi averne uno/, altrimenti le pareti ti schiacceranno” (Ch. Bukowski). Ho trovato sottolineata da più parti, anche se con parole diverse, l’importanza di darsi una pausa nello scorrere delle ore, dei giorni e degli anni. Lo ha fatto papa Francesco rispondendo a Eleonora. La studentessa di un liceo romano gli ha chiesto: “Ma lei si sente veramente solo?”. La risposta di Francesco non si è fatta attendere: “È sempre importante nella vita avere un momento per sentirsi solo senza gente che ti guarda, tu e tu”. Quasi in contemporanea, in un suo editoriale, G. Stella invoca “una tregua [per] riflettere sugli errori che tutti abbiamo commesso, sul tempo che abbiamo rubato alle nostre famiglie, sulle cose giuste che ci eravamo ripromessi di fare e non abbiamo fatto, sulle offese fatte e non solo su quelle ricevute”.
“Uno spazio di pausa…altrimenti le pareti ti schiacceranno”. E le pareti che possono schiacciarci non sono solo quelle che stanno fuori di noi. Più subdole e non meno rovinose sono le pareti che possono soffocare la nostra voglia di vivere, impedendo al sole di illuminare angoli della nostra esistenza e frammenti della nostra vita. Soprattutto quando più forti si alternano in noi – talvolta sovrapponendosi – gioia, ansia, paura e attese. Alternanza di stati psichici provocata dal calendario con le sue scadenze e con i suoi appuntamenti. Il loro peso aumenta quando pensiamo di dare continuità e senso al nostro tempo evitando le pause; evitando cioè quei veri e propri varchi che ci permettono di prenderci cura di noi.
Con riferimento alla musica, S. Bollani avverte: “c’è bisogno di interrompere, di distaccare per legare”. Questo vale anche per chi vuole interpretare al meglio lo spartito della propria esistenza. Immaginate una esecuzione musicale senza alcuna pausa o una pagina scritta senza gli intervalli tra una parola e l’altra! Primo e più immediato frutto sarà il caos e il non senso. Come le pause danno senso, ritmo e intensità allo spartito musicale o a una pagina scritta, così esse facilitano l’integrazione e la rielaborazione delle singole esperienze di vita. Una opportunità per prendersi o riprendersi in mano, resettarsi e prendere atto di sensazioni ed emozioni interiori, che altrimenti andrebbero perdute. Darsi una pausa richiede coraggio e voglia di osare. È l’unico modo di cui disponiamo per spezzare la sequenza di pregiudizi, di valutazioni indotte e di attese irreali con cui l’ambiente circostante cerca di forgiarci.
Certo, la cultura dell’efficienza a tutti i costi e della connessione ininterrotta non sopporta il paziente ascolto interiore. Tantomeno ritiene positiva, e a suo modo produttiva, la pausa. Quella che i greci chiamavano παῦσις (interruzione o sospensione temporanea di un’attività/fenomeno) è ritenuta un’offesa, un moderno sacrilegio. Mentre Walter Isaacson racconta che, mettere il mondo in pausa per interrogarsi, era uno dei segreti di Leonardo Da Vinci.

Pausa

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