Paradosso

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Non è tra i termini più presenti nel parlare comune. Esprime però al meglio il senso di una vita vissuta in piena consapevolezza.
Paradosso è letteralmente ciò che sta di fronte alla doxa, intesa come opinione. Sicché il pensiero paradossale, consapevole della profonda complessità del reale, da un lato si contrappone e dall’altro supera le opinioni correnti.
Quanti vantaggi ne derivano! Nel momento in cui si tende a cogliere il senso dell’uomo, del mondo e di Dio, il pensiero paradossale spinge ad andare oltre il principio di non contraddizione e, al tempo stesso, a lasciarsi alle spalle la logica binaria, propria dell’universo tecnologico e tecnocratico (on/off).
Chi ha incarnato al meglio il pensiero paradossale è stato Socrate, con la sua «scienza nesciente». Questa, nel grande cardinale N. Cusano, è diventata docta ignorantia, che è conoscenza nella consapevolezza di non sapere, e tale da esprimersi nella coincidentia oppositorum.
Sul piano antropologico, un pensatore paradossale è stato senz’altro B. Pascal. La sua «canna pensante» rimanda alla miseria e alla nobiltà del soggetto di fronte al silenzio degli spazi infiniti, che lo sgomenta e gli fa percepire la differenza dagli altri enti per il fatto che sa di dover morire.
Il sapere della fede cristiana ha da sempre indicato e custodito il paradosso. Tanto che, dopo il miracolo della guarigione del paralitico, Luca annota: «Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”». La traduzione CEI è poco rigorosa. L’evangelista infatti dice (5,26) letteralmente: «abbiamo visto paradossi (παράδόξα)». E il Discorso a Diogneto sottolinea che «[i cristiani] danno l’esempio di una vita sociale mirabile, o meglio – come dicono tutti – paradossale».
Nel tentativo di rifuggire la tentazione della semplificazione, la compianta Michela Murgia, nel suo God save the Queer ci ha lasciato questo pensiero: «Nei secoli la teologia ha lavorato in maniera assidua per mantenere insieme gli ossimori della rivelazione, evitando la facile scelta di semplificarli». Nell’era degli opinionisti, amanti della logica binaria (vero/falso, bene/male, nero/bianco), sembra un monito da tener presente e al quale educare le giovani generazioni.
In questo senso, la teologia può svolgere un importante ruolo non solo fra i credenti e nella comunità cristiana, ma anche nella società, indicando il «Paradosso assoluto», che è il Cristo. Così amava considerarlo Søren Kierkegaard. Per il filosofo danese «[…] non bisogna pensar male del paradosso, perché è la passione del pensiero e i pensatori privi di paradosso sono come amanti senza passione: mediocri compagni di gioco».

Paradosso

Book your tickets