Il clericalismo ovvero ‘la divisione del popolo dal clero’ (A. Rosmini)

Conferenza di mons. Nunzio Galantino in occasione della Giornata di Studio, presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Urbaniana in Roma, dal titolo “Non come padroni… ma facendovi modelli del gregge” (1Pt 5,3) Dal clericalismo alla leadership nella Chiesa.

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  1. Riformare la chiesa amandola, amare la chiesa riformandola[1]

L’affermazione del clericalismo, come “piaga” o “malattia mortale” della chiesa – così spesso ricorrente nei vari interventi di papa Francesco – porta a pensare che non siamo di fronte ad affermazioni estemporanee o ad effetto. Esse lasciano emergere invece un chiaro pensiero teologico e pastorale[2].  In particolare, il magistero di papa Francesco affonda le sue radici in un pensare ecclesiologico che fa propria, in maniera convinta, l’ecclesiologia del “popolo di Dio”; per intenderci, l’ecclesiologia del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il clericalismo, con tutte le sue conseguenze, è il sintomo grave – e non da oggi – della fatica che tutti facciamo, in maniera diversa, a superare una ecclesiologia “gerarcologica” (Y. Congar) che, separando in maniera radicale la gerarchia dal laicato, ha condotto a una scissione nel corpo della Chiesa, sacralizzando il sacerdozio e ponendo in sua situazione di subalternità il laicato.

 

[1] Cf. N. Galantino, Le Cinque piaghe: riformare la chiesa amandola, amare la chiesa riformandola. Intervento al Quattordicesimo Corso dei “Simposi Rosminiani”: Rosmini e Newman padri conciliari, Stresa, 28-31 agosto 2013, in www.cattedrarosmini.org/site/database/files/site_video_documento_file_1861_872493706/Mons%20Galantino.pdf
[2]Cf.  F. COLAGRANDE, “Clericalismo”, in A. CARRIERO (ed.), Il vocabolario di papa Francesco, Elledici, Torino 2015, 59.


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