Magnanimità

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Il passaggio dall’essere vivi all’essere viventi è segnato dalla volontà di andare oltre i propri limiti e spendersi per farlo. È segnato, in altri termini, dalla disponibilità a desiderare qualcosa di nuovo e di più grande di quello che si ha e di ciò che ci si sente di essere. Indipendentemente dagli obiettivi che si riescono a raggiungere.
È questo il paradosso dell’esistenza: vivere pienamente il presente, pensando in grande. Vedendosi cioè coraggiosamente proiettati verso il futuro, e realizzando quella che gli antichi latini chiamavano magnanimitas e i greci μεγαλοψυχία (megalopsichia). Già per Aristotele, nel IV libro dell’Etica Nicomachea, la magnanimità non si identifica con la generosità. Essa è molto più di un atteggiamento di benevola accoglienza di situazioni o di persone che vivono l’esperienza della precarietà.
Il magnanimo – letteralmente «grande di animo» – è la persona realisticamente consapevole di poter tendere verso obiettivi di grande valore. Non solo per sé. E, per raggiungerli, è disposto a spendersi fino in fondo, osando. A differenza, afferma Aristotele, del pusillanime e del vanitoso. Il primo è incapace di riconoscere e stimare ciò che di buono e di bello c’è in lui; il secondo è eccessivamente ed esclusivamente centrato su sé stesso. È privo di immaginazione.
Il magnanimo, attraverso scelte concrete e spesso faticose, non si identifica con ciò che ha e con ciò che riesce concretamente ad attuare nell’immediato. Alla stessa maniera del presente, alla sua esistenza appartiene ciò a cui aspira, perché fa crescere in lui un animo grande e sempre nuovo.
È della persona magnanime fare spazio dentro di sé a tutto ciò che spinge oltre, integrando nelle proprie scelte e nelle proprie progettualità ciò che ancora non esiste e che viene comunque intuito come possibile. Rinunziando a nutrirsi di riconoscimenti e non permettendo che ritardi e sconfitte spengano il desiderio di perseguire la meta. È animata infatti da quella che, per san Tommaso, è la vehemens opinio (Summa Theologiae, II-IIae 129.9), che è insieme forza d’animo ed energica convinzione. Entrambe portano a compiere scelte coraggiose e a spendersi per realizzarle.
La filosofia medievale ha dedicato molta attenzione alla magnanimità, riconoscendole come sue componenti essenziali la quiete, la tranquillità e l’audacia. Atteggiamenti che qualificano la «grandezza» della persona magnanime. Senza farne un arrogante. Soprattutto perché consapevole che la magnanimità e le sue componenti sono un dono gratuito che, proprio per questo, va condiviso se si vuole essere persone generative.

Magnanimita

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