Lentezza

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Lo hanno chiamato “Metodo Calvino”. Una sorta di «ecosistema del pensiero» (A. Prencipe – M. Sideri, Il visconte cibernetico, 31), che considera alla stregua di una creativa tensione tra opposti quella che invece, il più delle volte, viene letta come irriducibile e sterile antagonismo. Sicché, a partire dalle calviniane Lezioni americane, diviene auspicabile, stando al mondo, essere «leggeri nella gravità, rapidi nella lentezza, inesatti nella esattezza, unici nella molteplicità e forse incoerenti nella coerenza» (ibidem).
Rapidi nella lentezza. Può gustare la fecondità del vivere così solo chi, per dare senso alla propria vita, non ha bisogno di sentirsi sempre ingaggiato a livelli agonistici alti. Riducendo semmai la propria vita a un costante inseguimento e arrivando a gloriarsi di non avere momenti liberi. Certo, a volte è indispensabile correre, in tutti i sensi. È quanto viene richiesto a chi guida un’ambulanza con un ferito grave a bordo o a chi fugge da un ambiente invaso dalle fiamme. Ma siamo di fronte a circostanze straordinarie.
La natura, da questo punto di vista, ci è maestra. Chi incautamente pensasse di accelerare la crescita del grano, semmai tirando in su il filo verde appena spuntato dal terreno, di fatto lo voterebbe alla morte. Per consegnarci frutti maturi e succosi, la natura ha bisogno dei suoi tempi. Ha bisogno di ritmi lenti e comunque lontani da quelli che sembra imporci la vita contemporanea.
Il tempo, il silenzio e l’oscurità, che custodiscono e proteggono il chicco di grano prima che questo spunti dal terreno, possono essere assunti a simbolo di quello di cui necessita la lentezza per essere feconda: tempo, silenzio e riservatezza/nascondimento. Purché non si tratti di tempo che imprigiona, di silenzio stizzito e della riservatezza/nascondimento di chi è incapace di relazioni.
Tempo, silenzio e riservatezza/nascondimento sono le circostanze che non faranno apparire mai perdita irrimediabile una rinuncia. Sono il terreno di coltura che allena la creatività, custodisce le emozioni e nutre le passioni. Allontanano una cattiva alimentazione della mente e un disordinato battere del cuore.
Senza lentezza, la rapidità delle macchine può travolgerci. Senza lentezza, la nostra mente fa fatica a dare senso compiuto ai mille colori che riusciamo a intercettare, alle infinite geometrie che ci vengono incontro e alle sorprendenti emozioni che trasformano incontri casuali in relazioni belle e feconde. Lentezza, insomma, vuol dire non essere ossessionati dal dover riempire il nostro tempo tutto e ad ogni costo, lasciarsi fasciare dal silenzio e proteggere dalla riservatezza e dal nascondimento.

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