L’amore che salva Dal Volto del sofferente ai volti della sofferenza

Convegno Internazionale “L’Amore che salva: dal Volto del Sofferente ai volti della sofferenza”

 

Eccellenze Reverendissime, e presenti tutti

sono lieto di partecipare a questo Convegno internazionale sul tema “L’Amore che salva. Dal volto della sofferenza ai volti della sofferenza”. L’ostensione della Sindone è occasione per fissare lo sguardo su Cristo che rivela l’Amore più grande, le cui tracce sono impresse sulla Sacra Icona che veneriamo in questi giorni. La Sindone ci dice che l’uomo, creatura amata da Cristo Gesù fino all’effusione del sangue, è prezioso agli occhi di Dio, soprattutto quando è malato, povero, sofferente. Potremmo dire che il Signore non sopporta che la sua creatura soffra e muoia. Per questo Egli ha preso su di sé i nostri peccati e si è caricato delle nostre sofferenze (cfr. Is 53,4ss).

La domanda che occorre tenere sempre desta è: abbiamo anche noi lo stesso sguardo di Cristo sull’uomo sofferente? Compassione e consolazione ci appartengono davvero o evitiamo di lasciarci provocare fino in fondo dal patire dell’altro, come racconta la nota parabola del buon samaritano? A poco servirebbe contemplare il volto di Cristo impresso sul sacro telo se questo non ci portasse a guardare alle piaghe degli uomini del nostro tempo che, come Cristo in croce grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e che non di rado sono lasciati soli nelle notti che attraversano. Questo convegno internazionale, come pure quello che faremo il prossimo giugno ad Assisi, di pastorale della salute, ci aiutino sì a dare nome a tante sofferenze, ma anche a non dimenticare che dietro ai nomi ci sono persone e che occorre passare dall’analisi e la denuncia a risposte concrete e solidali. Infatti “Praticare l’amore verso le vedove e gli orfani, verso i carcerati, i malati e i bisognosi di ogni genere appartiene all’essenza della Chiesa tanto quanto il servizio dei Sacramenti e l’annuncio del Vangelo. La Chiesa non può trascurare il servizio della carità così come non può tralasciare i Sacramenti e la Parola” (Benedetto XVI, Deus caritas est, 22).

» Torino, 22 Maggio 2105, Dal volto sofferente

 

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