La prospettiva ecclesiologica del governare nella Chiesa

Introduzione

Una barca senza timoniere inesorabilmente finisce per andare alla deriva. Così una comunità di persone, che vivono in relazione fra loro per la realizzazione di un fine comune, ha bisogno di una guida, di un coordinamento, di un governo, se non vuole arenarsi nelle secche del caos, mancando di realizzare i suoi obiettivi. E’ l’esperienza comune ad insegnarlo, senza che vi sia la necessità di ricorrere a particolari dimostrazioni.

Eppure, l’esercizio del “governo” nei vari gruppi umani, per quanto generalmente accettato in linea di principio, sul piano pratico da sempre suscita reazioni, critiche, perplessità, ribellioni. Talvolta, per responsabilità diretta di chi lo esercita, magari con modalità contrarie ai fini comuni, alla giustizia o alla dignità umana. Altre volte, per una percezione “negativa”, quasi pregiudiziale, di questo compito da parte di chi è governato.

Anche la comunità ecclesiale nelle sue varie articolazioni, dalla Chiesa universale alle comunità locali, vive l’esperienza della fede vissuta sotto la guida dei suoi Pastori. E anche nelle nostre comunità, a tutti i livelli, non mancano difficoltà ed incomprensioni verso chi esercita questo ministero, per varie ragioni.

Perciò ritengo quanto mai opportuno – e spero anche proficuo – soffermarci insieme su questo importante tema, approfondendone il significato ed il valore, in vista di una maggiore e più matura comunione ecclesiale. …

» SIRACUSA, prospettiva ecclesiologica del governare nella Chiesa, 26 settembre 2015

 

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