La gestione delle risorse alla luce delle nuove norme civili ed ecclesiali

«Tutto questo comporta ripensare l’economia, attraverso un’attenta lettura della Parola di Dio e della storia. Ascoltare il sussurro di Dio e il grido dei poveri, dei poveri di sempre e dei nuovi poveri; comprendere che cosa il Signore chiede oggi e, dopo averlo compreso, agire, con quella fiducia coraggiosa nella provvidenza del Padre (cf Mt 6,19ss) che hanno avuto i nostri fondatori e fondatrici»[1].

Introduzione
Cosa ha spinto gli uffici competenti della CEI a indire questo convegno e ad elaborare il programma che vi vedrà impegnati in questi giorni?
Innanzitutto un cammino di Chiesa che non inizia oggi, ma che – dall’Assemblea generale dei Vescovi del 2016[2] –  sta subendo una chiara accelerazione!
Siamo chiamati ad operare sempre di più e sempre meglio perché la nostra gestione sia trasparente, perfettamente rispondente ai nostri principi e strettamente legata agli obiettivi dai quali le comunità cristiane con i loro Vescovi intendono farsi guidare. Attraverso la fedeltà a questi principi ed obiettivi, oggi soprattutto, transita la nostra credibilità. Guai se la gestione delle risorse a nostra disposizione, soprattutto dei vari beni economici, non fosse coerente con l’annuncio cristiano che ci è proprio e divenisse addirittura motivo di scandalo! …..  (testo completo)

[1] “Nella fedeltà al carisma ripensare l’economia”. Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al secondo Simposio internazionale sul tema: Nella fedeltà al carisma ripensare l’economia degli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (26 novembre 2016).
[2] CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Atti della 69a Assemblea generale (16-19 maggio 2016), 72-82.

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