La creatività soffio dello Spirito santo per rinnovare la vita francescana nel solco di san Francesco d’Assisi

  1. Premessa

Questo incontro mi offre la possibilità di inserirmi con maggior consapevolezza nella corrente di rinnovamento della Chiesa; una corrente che sta subendo un’accelerazione con papa Francesco e che, a detta di quest’ultimo, e non solo, ha nel Poverello di Assisi uno dei suoi grandi promotori.
La parola che più mi colpisce nel titolo che mi è stato affidato è “creatività”. Una parola e soprattutto una realtà molto cara a papa Francesco[1]. Non ho prospettive originali da proporvi. Ritengo più giusto ricordare a voi e a me le premesse dalle quali è scaturita la novità e la freschezza dell’esperienza francescana. Quella che ancora oggi affascina e trascina. Una freschezza e una novità (creatività, appunto) che perdono smalto e si perdono per strada quando ci si allontana dalla sorgente.
Siamo chiamati periodicamente, come Chiesa e come comunità particolari, a fare il punto sulla situazione reale in cui ci troviamo per considerare tutti gli elementi in gioco, positivi e negativi, consolidando i primi, arginando ed eliminando i secondi. È un processo che interessa tutta la Chiesa italiana che con devozione profonda guarda a san Francesco come a suo patrono. Con voi voglio mettermi alla sua scuola. Essere con lui condiscepoli dello Spirito santo al quale chiediamo con rinnovata insistenza la forza di scelte inedite alla scoperta della novità incessante del Vangelo. Quella novità che non smette di essere presente nella Chiesa attraverso la testimonianza di uomini e donne credenti e credibili. Papa Francesco ce li sta riproponendo anche attraverso i suoi pellegrinaggi: don Milani, don Mazzolari, don Zeno, don Tonino, Chiara Lubich. Aspettiamo la visita presso la tomba e i luoghi di don Puglisi. La loro vita e le loro opere continuano a trasmettere novità, freschezza, creatività suscitate dallo Spirito del Signore in maniera sorprendente e non sempre riconosciute ed accolte.

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[1] «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità» (Evangelii gaudium, 33).

 

» Relazione a MONTE SANT’ANGELO – OFM 15 Maggio 2018

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