Respiro. Esistere per un soffio

Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Respiro – Molto ricco ed articolato è il significato che accompagna questa parola. Lo confermano i termini Pneuma, psuché e ruah, ai quali, pur con sfumature diverse e non del tutto esaustive, ricorrono sia la tradizione greca sia quella ebraica. In greco, Pneuma è il respiro dal quale ha origine la vita, il principio originario; mentre per indicare l’anima, il soffio vitale si utilizza il termine psuché. Contrariamente a quanto si possa pensare, la psuché aveva però connotazioni fisiche in quanto prerogativa dell’uomo vivo. In ebraico, la parola ‘ruah’ traduce il termine soffio. Senza eccessive semplificazioni, si può dire che per pronunciare la parola ‘ruah’ occorre «tirare fuori il respiro», quasi a indicare che dal respiro viene la parola. E dal respiro viene la vita. Nella Sacra Scrittura, «Dio … soffiò nelle sue narici e l’uomo divenne un essere vivente (nephesh)» (Gn 2,7); Gesù «Soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo» (Gv. 20, 22) Lo Spirito che dà qualità e valore alla vita dell’uomo. Ci accorgiamo del respiro quando ci manca, come avviene a fronte di una esperienza molto forte; si rimane «con il fiato sospeso». Quando facciamo fatica a respirare ci sembra di morire perché «Finché respiro, spero» (M.T. Cicerone).  … (testo completo)

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