Corruzione

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Il lungo elenco di autori e di opere che hanno posto a oggetto delle loro produzioni la parola corruzione sembra portare a una conclusione abbastanza condivisa: prima o più che un malanno, la corruzione è una sorta di cancrena interiore, che chiude la persona in un orizzonte totalmente centrato su se stessa. Più che un atto o un fatto episodico, la corruzione è una disposizione permanente che modifica la struttura etica della persona, collocandola in un orizzonte amorale o antimorale.
È presentata così la corruzione nella tragedia greca (in particolare, Euripide, Sofocle ed Aristofane) e nelle opere di Cicerone, Ovidio e Virgilio. Qui la corruzione non riguarda solo la dimensione socio-economica; essa arriva addirittura a definire l’identità di alcuni personaggi. Cambia poco quando visitiamo le bolge dantesche affollate da corrotti, leggiamo Shakespeare o guardiamo il film Le confessioni di Roberto Andò.
Nella stessa linea si pone papa Bergoglio. Per lui la corruzione è una malattia dello spirito che produce frutti avvelenati. Tra questi, Francesco fa notare che il corrotto, come tutti i cleptocrati, non conosce amici ma complici – «utili idioti» li chiama nella Evangelii gaudium (32) – impegnati a favorire quei percorsi, anche legislativi, che portano a soddisfare i propri interessi. Dando ragione a Tacito che negli Annali scrive: «Corruptissima repubblica plurimae leges» (3,27,3), che Montesquieu parafrasa affermando che le leggi inutili indeboliscono le necessarie (Spirito delle leggi).
C’è una corruzione che non è meno pericolosa di quella che passa attraverso le mazzette. È la corruzione che abita luoghi e si serve di persone insospettabili. È la corruzione che tocca l’intelligenza, la volontà e il cuore.
Corrompe l’intelligenza chi fa cattiva o tendenziosa informazione; chi cerca di indottrinare piuttosto che fornire strumenti critici per stare in maniera consapevole nell’agorà contemporanea.
Corrompe la volontà chi cerca di convincere che si possono raggiungere obiettivi alti e significativi senza investire energie, tempo e relazioni belle; chi cerca di concedere «per favore» ciò che spetta «per diritto»; chi cerca di convincere che non ci sono doveri oltre ai diritti.
Corrompe il cuore chi non aiuta a distinguere tra amore vero e possesso rozzo dell’altro o dell’altra, arrivando addirittura a pronunziare vere e proprie bestemmie, come: «ho ucciso per amo-re!».
Corrompe intelligenza, volontà e cuore chi vuole convincere che il web sia una piazza nella quale non valgono le regole della verità e del rispetto degli altri.

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