Controcorrente

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

La sua composizione (contro+corrente) rende fin troppo chiaro il significato della parola “controcorrente”. A patto però che venga assegnato un senso compiuto alla parola “corrente”. In prima battuta, essa rimanda al flusso e al movimento di acqua, merci e anche persone, che si spostano da una parte all’altra. Seguendo una traiettoria comune.
Qui, però, intendiamo riferirci al significato figurato della parola corrente, che indica tendenza, orientamento o movimento di idee. Nei campi più diversi. È questo il significato che la parola ha in locuzioni quali correnti letterarie, filosofiche, politiche, artistiche, religiose.
Dichiararsi o essere riconosciuti controcorrente, in questi casi, vuol dire dichiararsi o essere in dissenso rispetto alle idee e alle convenzioni della maggioranza; a mode e a stili di vita largamente condivisi. Inoltre, andare controcorrente vuol dire uscire dalla Comfort Zone nella quale si vive. Non solo accettando il confronto e il dialogo, ma esponendosi a critiche, scontri, indecisioni e rischi.
Ovviamente stiamo parlando di chi poggia il suo essere controcorrente su una solida formazione e su una sufficiente documentazione. Non stiamo parlando di chi sembra nato per andare controcorrente “a prescindere”; o di chi – e sono soprattutto i vittimisti di professione a farlo – con troppa facilità si dicono controcorrente. Ma solo per nascondere pochezza di idee o incapacità di confrontarsi con progetti diversi dai loro.
Il biglietto di riconoscimento che questi inevitabilmente presentano e le espressioni che li fanno riconoscere senza equivoci. Quali sono? Ecco: «Sono da tutti conosciuto come uno che va controcorrente… Il mio parere sarà certamente controcorrente… In vita, sono sempre stato controcorrente». Di loro, in verità, si può dire quello che O. Wilde scrive in De profundis, la lunga e toccante lettera che lo scrittore irlandese indirizzò a Lord Alfred Douglas: «I loro pensieri sono le opinioni di qualcun altro, le loro esistenze una parodia, le loro passioni una citazione».
Di norma, l’andare davvero controcorrente è di persone che sentono forte e vedono chiara in sé la strada che permette loro di sentirsi pienamente realizzati. Rinunziare a percorrerla provocherebbe un inevitabile senso di frustrazione. Ma, come scrive Lucio Anneo Seneca, «sono pochi quelli che decidono saggiamente su sé stessi e sulle proprie cose. Tutti gli altri, a somiglianza degli oggetti che galleggiano nei fiumi, non vanno da sé, ma sono trasportati. […] Dunque, dobbiamo stabilire ciò che vogliamo ed essere perseveranti nella decisione presa» (Lettere a Lucilio, l. III, lett. 23, 8).

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