Comunità

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

In maniera decisa, D. Bonhoeffer afferma che la comunità non è il “sanatorio dello spirito” (La vita comune). ll teologo luterano sta parlando della comunità religiosa. Ma quanto egli afferma vale per qualsiasi forma di comunità; anche morale, politica o culturale. È sempre un organismo molto complesso, come testimonia la derivazione etimologica della parola comunità; dal latino communitas, composta da cum (insieme) e da munus, che è obbligo, ma anche dono, favore, offerta.
Si può dire allora che, in un primo senso, la comunità è un insieme di persone che si raccolgono intorno a un onere/compito, vissuto come dono reciproco e condiviso. In essa, il singolo gode di una rete di protezione e di una serie di aiuti per sviluppare la propria identità; senza un eccesso di vicinanza che ritarda o annulla il diritto alla distanza. A questo proposito, l’antropologo Helmutt Plessner afferma che “La comunità deve seguire il ritmo della danza, che è l’ethos della grazia, in cui tutto si gioca sul delicato equilibrio tra l’avvicinamento discreto e l’allontanamento sensibile”. La comunità vive quindi di un delicatissimo equilibrio tra le esigenze della persona e quelle della comunità. Vi sono infatti momenti in cui il carattere generativo che caratterizza ogni vera comunità deve farle accettare la migrazione delle persone che la compongono verso nuove esperienze ed altre identità. Per evitare che la comunità si trasformi in luogo-rifugio e firmi la propria rovina, certificata dall’appiattimento di aspirazioni, qualità, emozioni e intoccabili interiorità.
Grande interesse si è sviluppato nelle diverse scienze sociali intorno al significato che la parola comunità si porta dietro; un interesse che non sempre ha favorito la chiarezza dei concetti e la distinzione tra le realtà. Oggi, ad esempio, è ritenuta inammissibile e controversa (M. Weber e T. Parson) la distinzione, quasi opposizione radicale, sancita da F. Tönnies tra comunità e società. Per il sociologo tedesco, la prima, espressione della tradizione e del villaggio rurale, si regge sull’identità religiosa e sulla spontanea solidarietà tra i membri; la società invece, frutto della modernità e della città industriale, si basa su una competitività diffusa, retta da regole di tipo utilitaristico e funzionale. Andare oltre Tönnies vuol dire recuperare con sufficiente realismo l’equilibrio tra società e comunità, senza perdere di vista la centralità, in esse, della persona con quanto di più intimo e unico la caratterizza. Questa comunque deve sapere che: “Chi entra nella comunità per fuggire da se stesso, la utilizza abusivamente” (D. Bonhoeffer).

Comunità

Book your tickets