“Chiesa e Università, cantieri di speranza e di un nuovo umanesimo europeo”

Premessa

Innanzi tutto desidero ringraziare il prof. Alberto De Toni, segretario generale della CRUI, per la sua presenza al nostro convegno nazionale di pastorale universitaria. In lui oggi vediamo l’attenzione e l’apertura degli Atenei italiani nei confronti dell’ampia proposta spirituale e culturale messa in campo dalle Diocesi e dalle varie realtà ecclesiali nelle Università del nostro Paese. Un vivo ringraziamento voglio poi esprimerlo a tutti voi, che avete il dono e la responsabilità di incarnare il volto della Chiesa che opera nell’Università e per l’Università. Anche per questo, vi chiedo di non chiudervi mai nei vostri gruppi, ma di fare un’esperienza aperta e autentica di vita ecclesiale nelle vostre Diocesi. Stiamo vivendo una stagione feconda di “conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 25). In questo cammino, alla pastorale universitaria dobbiamo chiedere di tentare vie nuove di “uscita” dalle nostre comodità e abitudini, di incontro senza preclusioni e di amore per la vera sapienza, che è “la grazia di poter vedere ogni cosa con gli occhi di Dio” (Papa Francesco, Udienza generale, 9 aprile 2014).

Il titolo di questo incontro fa diretto riferimento al discorso tenuto il 1 ottobre scorso da papa Francesco al mondo accademico, durante la sua visita pastorale a Bologna. Si tratta di una prospettiva di grande respiro che merita di essere tenuta in considerazione da tutti noi, qualunque sia il nostro ruolo. Nella triade attorno alla quale si articola il discorso del Papa – cultura, speranza e pace – possiamo trovare buone ragioni per qualificare il nostro rispettivo servizio e per rinsaldare i legami di collaborazione esistenti tra la Chiesa e l’Università italiana. Sarebbe bello che – come so essere già avvenuto presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna – le parole di Papa Francesco fossero l’occasione per mettere attorno allo stesso tavolo i responsabili delle Università e delle Chiese particolari, i docenti, gli studenti, e anche gli amministratori locali, e magari da lì uscire con qualche idea e progetto condiviso. ….

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