Abbaglio

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Un intenso fascio di luce può essere all’origine di fenomeni fisici diversi: può abbagliare fino ad accecare e far perdere l’orientamento, ma può anche illuminare in maniera sorprendente un ambiente prima oscuro e impenetrabile, fino a restituircelo in tutto il suo splendore. L’abbaglio fisico è l’alterazione provocata dall’eccesso di luce che investe il campo visivo. Con conseguente possibilità di errate valutazioni della realtà circostante.
L’intenso fascio di luce fisica ha il suo equivalente sul piano figurato. Oltre che dalla luce fisica, si può rimanere abbagliati dalla sorprendente bellezza di una persona, dalla sua intelligenza o dalla sua capacità di stabilire relazioni intense con gli altri. Anche in questo caso, quel fascio metaforico di luce può ridurre, fino ad annullarla, la nostra capacità di discernimento e quella di esprimere valutazioni oggettive; tuttavia, può anche stimolare una quantità di emozioni che orientano verso scelte in senso positivo. Nel primo caso, si usa comunemente l’espressione «prendere un abbaglio», stabilendo di fatto una sorta di parentela, non per semplice assonanza, tra le parole abbaglio e sbaglio; dove la prima finisce per essere causa della seconda.
È incerta l’etimologia della parola abbaglio, riconducibile, secondo alcuni, al non documentato pre-romano baljus/balium (lampeggiante, lucente, bianco). Sicché la parola sbaglio, per effetto della «s» sottrattiva, prenderebbe il senso letterale di «senza luce», «oscuro», fino a significare errore.
Nei suoi esiti, la parola abbaglio è ambigua. Oltre che offuscamento e confusione, l’essere abbagliati può aprire allo stupore e dischiudere orizzonti imprevisti. Solo però dopo aver superato la violenza dell’abbaglio ed aver familiarizzato con ciò che la luce intensa ci ha fatto scoprire, è possibile ipotizzare l’esistenza di nuove strade da percorrere, fatte di esperienze difficilmente descrivibili perché coinvolgono tutte le dimensioni della persona, proiettandola in un mondo di emozioni che non sopportano limiti nell’interpretazione. Come le tante cui si presta Un erudito nel suo studio di Rembrandt. Qui, il manifestarsi abbagliante della luce, mentre rende evidenti tutti gli elementi che compongono la scena, rende possibili, senza escluderne nessuna, le numerose valenze mistiche e simboliche di tutto ciò che è emerso grazie al bagliore della luce. Lo stesso bagliore che – in Vor dem Gesetz (Davanti alla Legge) nel Processo di Kafka – investendo il contadino ormai cieco ed esausto per l’attesa consumata davanti a quella porta, gli svela i paradossi della legge.

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