Transizione

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Che la storia, personale o collettiva, sia sottoposta a continui cambiamenti non è una novità. Questi, anzi, vengono considerati espressione di vitalità alla ricerca di nuovi equilibri; comunque in prosecuzione e all’interno di schemi abbastanza prevedibili. Ai nostri giorni, invece, il ricorso sempre più frequente, alla parola transizione esprime la rottura sistemica che, negli ambiti più diversi della vita, si sta realizzando o ci si propone di realizzare. La transizione infatti esclude, per definizione, piccoli aggiustamenti, ritorni al passato o recupero di ricette riverniciate, frutto semmai di deleteria furbizia o di funambulismo lessicale.
La radicale differenza tra un normale, prevedibile periodo di crisi ed il potenziale rivoluzionario che porta con sé la parola transizione è testimoniata dalla nascita, in Inghilterra nei primi anni del secolo, di un vero e proprio movimento culturale della transizione. Alla sua origine, la constatata incapacità dei vecchi modelli produttivi e relazionali a offrire risposte adeguate ai nuovi bisogni e la necessità di contrastare scelte restauratrici che, in ambito socio-culturale, ostacolavano l’apertura di convinti varchi di liberazione.
La transizione è quindi il frutto maturo della constatata esigenza di un deciso cambio di passo a fronte di situazioni insostenibili e improduttive, se non proprio dannose. Essa reclama veri e propri strappi che, se non toccano le radici dell’esistenza individuale o collettiva, finiscono solo per enfatizzare negativamente e in maniera irreversibile quelle situazioni.
Per queste sue caratteristiche e per la molteplicità degli elementi coinvolti, la transizione non può essere considerata né un accadimento puntuale né una condizione transitoria. È piuttosto un percorso di lunga durata, uno stato di vita che accompagna tutta l’esistenza. E, proprio per questo, oltre a coinvolgere l’interiorità di ognuno, un vero processo di transizione personale interessa il contesto in cui si vive. In tutte le sue dimensioni. Fino a configurarsi come rottura di equilibri preesistenti, bisognosa di essere continuamente governata, dal momento che chiama a negoziare e decidere in situazioni caratterizzate da dinamismo e complessità.
A livello individuale, ogni processo di transizione provoca entusiasmo per le sfide e le opportunità che esso implica e, contemporaneamente, senso di vulnerabilità per la notevole incertezza sull’esito del processo medesimo. Fare esperienza consapevole del proprio essere in transizione porta ad avvertire la continua chiamata a scegliere se sentirsi persi o sentirsi in viaggio.

Transizione_Abitare le parole

Book your tickets