Anche questa domenica, continua il discorso in parabole di Gesù, che vuole coinvolgerci nella costruzione del Regno di Dio. In quest’ottica, dopo averci mostrato lo stile paziente e tollerante di Dio, il Signore ci presenta un’altra essenziale esigenza del Regno: ne possono far parte solo coloro che, per entrarvi, sono disposti a mettere in gioco tutto se stessi.
Volendo suscitare nei credenti una serena speranza, Paolo ci ricorda (seconda lettura) che a questo Regno tutti siamo stati “predestinati”, “chiamati”, “giustificati” e “glorificati”. Ma la parola “predestinati” non è da intendere nel senso che “tutto è già stato deciso”, bensì che la volontà salvifica di Dio precede ogni nostra opera. Il Signore infatti, chiamandoci ad una vita piena e compiuta secondo i suoi criteri, non ci dispensa dal fare le nostre scelte; al contrario, Egli ci chiede di compierle come frutto di sapiente discernimento e di radicale impegno.
Ma dobbiamo vigilare sul rischio, sempre in agguato, di identificare la sapienza e l’equilibrio richieste a ognuno di noi con le “mezze misure”, con una insipida tiepidezza che ci lascia sempre “a mezz’aria” davanti a Dio.
Nel Vangelo, infatti, sia il contadino che il mercante “comprano” il prezioso tesoro trovato, cioè impegnano per esso i loro beni, le loro risorse, con un impegno fattivo e concreto. La costruzione del Regno, dunque, richiede di coniugare insieme la grazia di Dio e la responsabilità dell’uomo. Per entrare concretamente in questa logica, il primo passo da compiere è far nostra la preghiera di Salomone (prima lettura), chiedendo per noi un “cuore docile” che sappia ascoltare, un cuore sanamente inquieto, che vive “cercando” il bene e la verità.
Ma cosa è questo tesoro – immagine del Regno – che merita ancora oggi di essere “acquistato” con tutti i propri mezzi? Il Regno dei cieli è il mondo come Dio lo vuole, è l’uomo come Dio lo sogna. Di questo mondo e di questo uomo il credente è chiamato a innamorarsi; per essi, è chiamato a spendersi con gesti essenziali e decisi, come quelli dei santi.
Probabilmente, la nostra vita diventa banale e piatta proprio quando non riusciamo ad individuare un vero “tesoro” da conquistare, ma ci accontentiamo della banale “paccottiglia” che sta sul mercato del nostro mondo. Il Regno dei cieli, al contrario, rifugge dalle cose banali e superflue, è l’opposto di una vita sciatta e senza mete. Perciò, saremo capaci di superare la banalità se ci lasceremo appassionare da questo tesoro. E anche noi, diventeremo capaci di estrarre da esso “cose antiche e cose nuove”. Donaci, Signore, un cuore creativo e cercatore, che non si accontenti di ripetere le cose passate, ma abbia il coraggio di tracciare e percorrere strade nuove, per essere sempre più portatore nel mondo della speranza del tuo Regno.