Introduzione alla Liturgia

Accogliamo e facciamo nostro l’invito di Paolo col quale si apre la seconda lettura: «Attingete forza nel Signore». E noi vogliamo farlo guardando al Signore Crocifisso e Risorto, ma anche guardando all’esempio del santo re Ferdinando: un uomo che dal Signore ha attinto la forza e la sapienza per guidare e difendere quanti gli erano stati affidati.

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È vero che al centro della Liturgia della Parola di questa festa c’è la constatazione di Gesù «Voi siete sale … voi siete luce»; ma è anche vero che sia la pagina del Siracide sia quella di Paolo agli Efesini ci preparano a coglierne tutta la forza. Una forza che può cogliere – avverte l’Autore della prima lettura – solo chi prende le distanze da atteggiamenti presuntuosi e solo chi non si nutre di illusioni. Ed è la stessa prima lettura a darci indicazioni concrete e precise per non essere presuntuosi né degli illusi.

Polo, da parte sua, alza il tiro e ci dice che da soli non possiamo farcela a creare le condizioni per essere sale e luce della terra. Per questo raccomanda: «Attingete forza nel Signore … Pregate incessantemente». Lo stesso riferimento al Signore e la stessa preghiera che hanno fatto di San Ferdinando un uomo intraprendente, con la sensibilità, la cultura e le esigenze del suo tempo; quelle del 1200. Se siamo qui, dopo ottocento anni a ricordare la sua fedeltà a Dio e agli uomini è perché San Ferdinando è stato sale e luce per quanti gli erano stati affidati.

Sale e luce di cui il nostro mondo ha ancora tanto bisogno e che ciascuno di noi è chiamato ad essere accogliendo l’invito del Vangelo.

» Omelia per Festa di San Ferdinando, 30 Maggio 2015