Lo spirito della Beatitudini si prolunga nella liturgia odierna. Nel brano del Vangelo, Gesù educa i discepoli a comprendere la propria missione: “Voi siete il sale della terra”, “Voi siete la luce del mondo”. Non si tratta di una sorta di definizione che Gesù dà dei suoi discepoli! Piuttosto, dopo aver proclamato le Beatitudini, Gesù intende dire ai discepoli: “Solo se la vostra vita segue la logica delle Beatitudini, voi siete sale e luce della terra; solo per la via delle Beatitudini, la vostra presenza contribuirà a dar gusto alla vita vostra e degli altri”.
“Voi siete il sale della terra”. Il sale dà sapore, conserva e preserva dalla corruzione. È dunque sale un discepolo (o una comunità) che ha il sapore delle Beatitudini, che testimonia una logica nuova, una sapienza – quella della Croce – che, in un tempo di “passioni tristi” e di paure, sa ritrovare il gusto di vivere e la voglia di lottare e sperare. È sale un discepolo che resiste all’imbarbarimento morale, impegnandosi a vivere con radicalità i valori dell’onestà, della solidarietà e della legalità, senza rassegnarsi alla facile giustificazione del “così fan tutti”. È sale un discepolo che non rinuncia, nonostante le smentite quotidiane, a ricominciare ogni giorno a tessere la trama del dialogo e a risanare le relazioni, in una logica di riconciliazione. E’ sale un discepolo che non si preoccupa tanto di “contare”, ma di essere presenza significativa; che non si attarda a lamentarsi dei mancati riconoscimenti, ma si preoccupa di essere fedele a se stesso.
E di questo sale, se sappiamo guardarci attorno, ce n’è tanto! … Con buona pace di tanto pessimismo strisciante.
“Voi siete la luce del mondo”. La luce vince le tenebre e permette di vedere. È dunque luce un discepolo (o una comunità) che sa umilmente riflettere la luce di Cristo; che sa indirizzare le coscienze a Lui, permettendo a ciascuno di scoprire le Sue ricchezze. È luce un discepolo coraggioso, che non costringe la propria fede solo dentro gli spazi privati, che sa parlare e denunciare le ombre oscure che si allungano sull’esistenza quotidiana, soprattutto dei più poveri. Ma sa anche fare luce, senza paura, sulle zone d’ombra delle proprie incoerenze. È luce un discepolo che, senza presunzione e con umile trasparenza, mostra la “differenza evangelica” nel suo stile di vita e nelle sue scelte. É luce un discepolo che vive responsabilmente la “carità dell’intelligenza” (secondo la celebre espressione di Rosmini), in un clima culturale che tanto ha bisogno di re-imparare la fatica di pensare le questioni con rigore e competenza; di uscire dal pressapochismo e dalla banalizzazione che instupidiscono le coscienze, rendendole sempre più manipolabili.
Come seguaci di Cristo, è questa la nostra missione: essere sale e luce del mondo.