Siamo giunti all’ultima domenica di Avvento e già intravediamo la luce del Natale. Proprio per vivere al meglio questi ultimi giorni di attesa, la liturgia pone accanto a noi Maria, la Madre di Gesù, perché nessuno come lei ha saputo disporre il cuore e la vita concreta all’accoglienza del Salvatore. Dal suo modo di essere, dunque, dai suoi movimenti, dalle sue parole, dai suoi gesti, impariamo a riconoscere lo stile di vita autentico del credente.

Domenica scorsa la Liturgia della Parola è stata per noi un invito pressante alla gioia; ma una gioia accompagnata dalla concreta volontà di conversione. Ricordiamo la domanda – “Noi che cosa dobbiamo fare?” – rivolta a Giovanni Battista dalla folla, dai soldati e dai pubblicani. Un modo immediato per dirci che l’ascolto autentico porta sempre all’impegno e che solo l’impegno che scaturisce dall’ascolto procura gioia vera e duratura.

Oggi la Parola di Dio ci invita a fare un passo avanti, sulle orme di Maria. La Madre di Gesù, dopo aver dato la sua piena disponibilità ad inserirsi nel piano di Dio, “si mise in viaggio in fretta”, per testimoniarci come, sia la gioia sia la Parola, quando vengono accolte con sincerità e generosità, non possono essere trattenute per se stessi, non possono essere imprigionate. Esse reclamano di essere portate agli altri, esigono di essere “messe in cammino” e orientano chi le testimonia al servizio del prossimo.

“Maria si mise in viaggio in fretta”. Ma non la fretta convulsa di chi è malato di possesso o non vede l’ora di autopromuoversi. La fretta che contraddistingue il mettersi in viaggio di Maria è il segno della passione di chi non vede l’ora di condividere il frutto dell’ascolto accogliente della Parola. È la fretta appassionata che, anche oggi, deve caratterizzare la testimonianza e l’impegno di evangelizzazione, in un mondo sempre più anestetizzato dall’interesse e dall’egoismo. Come Maria, dunque, ogni credente è chiamato a “mettersi in viaggio” per portare la testimonianza della Parola accolta e della gioia che da essa deriva.

Maria porta questi due beni preziosi nella casa di Zaccaria. Una casa dove sta prendendo corpo un altro segno della sorprendente e provvidente presenza di Dio. Là, infatti, una donna anziana e sterile sta per diventare (oltre ogni logica umana) madre. In quella casa, dunque, si incontrano due storie nuove e sorprendenti, entrambe generate dalla Parola di Dio. Due storie che, guardate con attenzione, rivelano la capacità di aprirsi ad orizzonti nuovi ed inaspettati, frutto dell’iniziativa sapiente di Dio.

Ed oggi la Chiesa ed il mondo hanno bisogno di uomini e donne che, come Maria ed Elisabetta, si aprano all’iniziativa di Dio e che, nella comunione vissuta, sappiano cantare le sue meraviglie, testimoniando la gioia che hanno ricevuto in dono.

» IV domenica di Avvento, 20 dicembre 2015