Dissipazione

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Si parla di dissipazione del moto; ma anche di dissipazione della energia meccanica o di quella elettrica. In un sistema conservativo, l’energia dissipata si trasforma, e aumenta il moto termico delle particelle del sistema.
Molto più spesso, però, si parla di dissipazione in riferimento alla vita personale, come in Ugo Foscolo. Nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis, diario fedele d’una vita dissipata e provvisoria, il poeta e drammaturgo italiano trasferisce molti aspetti della sua personalità.
Sempre, comunque, il termine dissipazione conserva il significato che gli deriva dal verbo latino dis (qua e là) – supare (gettare). Quindi dissolvere, disperdere. E, in un secondo momento, scialacquare o dilapidare energie materiali o spirituali al di fuori di qualsiasi progetto generativo, di un obiettivo definito o almeno desiderato.
È dissipazione, sempre, allontanare la propria attenzione dall’obiettivo scelto per la propria vita e porre gesti che ne compromettano il raggiungimento. sostituendola con l’indifferenza e la insensibilità.
Dissipazione è anche sciupare il proprio tempo in attività che nulla hanno a che vedere con le proprie scelte di vita. Può esserci dissipazione, quindi, anche nell’attivismo febbrile e frenetico. Soprattutto quando l’horror vacui prende il posto della stabilitas loci, intesi, l’uno e l’altra, non solo in senso fisico.
L’intera esistenza si trasforma, allora, in una specie di pazzesca fuga senza obiettivi. Per niente paragonabile al continuo vagare di Ulisse. L’eroe omerico vaga in mare aperto; non per fuggire dalla vita, quanto per immergersi ancor più profondamente in essa, avvicinandosi all’Itaca desiderata.
Il re assiro Assurbanipal (VI a. C.) è passato alla storia come l’incarnazione dell’uomo dissipato, tanto da ispirare l’aggettivo sardanapalesco e il sostantivo sardanapalo, sinonimi appunto di vita dissipata.
Non sono mancate, nel corso della storia, momenti in cui, attraverso produzioni di vario genere, sia stata stigmatizzata la dissipazione.
L’esempio letterario più noto, a questo proposito, è forse Una Vita Dissipata di Aulo Persio Flacco (34 d.C. – 62 d.C.). Noto per le sue sei satire, il poeta latino critica in maniera provocatoria la vita dissoluta e immorale della società romana dell’epoca. Esprimendo il suo disprezzo per la corruzione, l’ipocrisia e la mancanza di moralità che vede intorno a sé. Tutto lui vede come frutto della dissipazione.
Accanto a questi significati negativi, la parola dissipazione ne ha uno positivo. Come nel caso del sole che dissipa la nebbia, di una testimonianza che dissipa ogni dubbio o di una parola amica che dissipa il peso di un dolore.

Dissipazione

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