Cielo

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Dall’antica mitologia alla Space Art il cielo evoca trascendenza, provoca senso di meraviglia, ispira visioni e sostiene desideri.
Forse perché chi leva in alto lo sguardo sperimenta una piacevole sensazione: la parte di cielo che contempla e il numero incalcolabile di stelle ivi contenute, stanno lì per lui/lei. Gli sguardi di chi forse sta fissando lo stesso lembo di cielo non feriscono l’intimità di chi, in un empito quasi estatico, sta ingaggiando una sorta di cuore a cuore con le stelle che punteggiano il cielo.
Tra i tanti che hanno prestato la loro sensibilità e la loro arte al cielo e alle stelle che lo abitano, come non ricordare Mino Damato e il suo programma RAI In viaggio tra le stelle? Il suo nome è stato dato a una stella nel primo anniversario della sua morte. Mino ha immaginato dialoghi, ipotizzato risposte, intravisto soluzioni e indicato percorsi di speranza anche per situazioni concrete di svilimento della umanità.
Sensibilità che non si è fermata con lui. Lo testimonia, tra l’altro, Il viaggio nell’arte delle stelle. Dalle grotte di Lascaux alla Space Art, libro G. Agnisola. Lo storico dell’arte guida a gustare il fascino di orizzonti di senso, trasformando lo sguardo rivolto al cielo e alle stelle in avventura dello spirito.
Alla base di questo saggio e di altri contributi che immaginano dialoghi tra stelle e persone, ma anche tra stelle e animali, vi è la convinzione della feconda continuità tra i nostri spazi e gli spazi infiniti del mondo.
Dialoghi sorprendenti e illuminanti per tutti. Anche quando – come nella canzone di L. Dalla, Il coyote – a raccontarsi storie sono una stella e un animale. «La gara è fra il coyote e una stella / […] La stella fa fatica a raccontare / E invece le parole del coyote corrono / come acqua di un fiume verde verso il mare / […] Il racconto non lo dice ma lo lascia immaginare / La vita è fantasia, è coraggio / È lotta dura con la voglia di inventare».
La sacralità che il cantautore bolognese attribuisce al cielo abitato dalle stelle non è distante da quella che gli riconosce M. Eliade nel suo celebre Trattato di storia delle religioni. In entrambi, il cielo vasto e sconfinato è luogo di vita. Dove si parlano e si scontrano dèi e persone e dèi tra loro, stelle e animali.
Insomma, uno spazio ideale, caratterizzato da una universalità di pensiero, di sentimento e di dolcezza. Base indispensabile per un simbolismo e per un valore religioso del cielo che è insieme luogo del sacro e meta di ogni vivente.
Non è un caso che la preghiera più popolare è rivolta al Padre nostro che è nei Cieli. E l’aspirazione per ogni credente è contribuire a realizzare il «Regno dei cieli» e potervi far parte.

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