Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Festa – «Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore; e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dí del suo riposo…» (G. Leopardi).
Un suono riconosciuto, una emozione, la gioventù, la compagnia, la consapevolezza del lavoro ben fatto e… l’attesa! Ecco gli ingredienti necessari che, per Leopardi, creano un clima di festa.
Dal verbo greco (f)estiao, “festa” indica originariamente l’atto di accogliere ospitalmente presso il focolare domestico. Quasi a dire che non può esserci festa senza condivisione, accoglienza e comunione gioiosa. Dal latino festa (neutro pl. di festum), “festa dies” sono i giorni felici, i giorni dell’accoglienza. Secondo alcuni festum, per una parte, deriverebbe da feriae (parola che richiama le nostre ferie), e da fanum, cioè il tempio. Queste derivazioni avrebbero contribuito ad attribuire il concetto di festa a un giorno solenne, da dedicare anche al culto, sancito, nella tradizione biblica, dal terzo comandamento. …. (testo completo)